Allattamento e Spannolinamento di 2 gemelli

Vi racconto la mia esperienza di due gemelli:

 

Il dodici gennaio 2003 ho avuto la news di aspettare due gemelli. Nel mese di dicembre 2002 avevo scoperto di essere incinta e avevo manifestato i primi sintomi “simpatici” (prima gravidanza). La notizia della coppia di bimbi ci aveva alquanto spiazzato. Non eravamo informati di avere una discendenza di gemelli in famiglia (imparammo successivamente che sorelle di nonne o nonni avevano avuto figli gemelli di cui uno solo era sopravissuto: alla terza generazione pare si ripeta questa circostanza) Ma più di tutto eravamo un po’ spaventati per la gravidanza in quanto le prospettive di una gravidanza gemellare è un po’ più preoccupante di una singola.

Fortunatamente la gestazione andò bene, i bimbi erano in due sacche separate ognuno con la propria placenta e liquido amniotico. Erano due fratelli!!! Alle visite e ai controlli i due piccolini crescevano bene e si vedeva che succhiavano il dito si muovevano da una parte all’altra della pancia e così il ginecologo ci impiegò un po’ a vedere il sesso. Poi scoprimmo che erano due maschietti e che stavano crescendo ognuno come se fosse uno solo: praticamente ognuno aveva le dimensioni di un bimbo singolo in una gravidanza normale. Ma all’ottavo mese, forse anche per la tremenda estate calda e torrida, decisero di venire alla luce per vedere com’era bello il mondo.

Così corremmo in ospedale la sera del 23 luglio 2003, e Andrea e Francesco nacquero il giorno dopo col taglio cesareo. Pesavano rispettivamente 2.320 g 2.020 g. Rimasi in Ospedale con loro in quanto erano in Patologia Neonatale per monitorate e controllare la crescita in quanto erano un pochino piccoli e dovevano prendere peso. L’allattamento fu veramente straordinario. Avevo provveduto a stimolare la produzione del latte attraverso un tiralatte elettrico disponibile in Ospedale. Attaccai dopo una settimana sia Andrea sia Francesco una sola volta al giorno (così piccoli il succhiare era veramente stremante). Ma piacque tantissimo ai miei bimbi questo contatto tanto che erano sempre pronti e tra seno e biberon preferivano il seno! Nel frattempo crescevano, venimmo a casa dall’Ospedale il 6 Agosto.

Con questa carica e con un gran desiderio di allattare continuai a togliermi il latte (fino a otto mesi). L’organizzazione era di allattare un bimbo al seno e l’altro prendeva il biberon di latte materno tolto dopo la precedente poppata e conservato rigorosamente in frigor. Così finita la poppata mi toglievo il latte in modo da avere un pasto di latte pronto nel biberon. Attaccavo al seno una volta un bimbo una volta l’altro in modo da non fare delle differenze.

Sicuramente fu pesante ma fui premiata in quanto il primo mese e mezzo riuscivo a fare col mio latte c.a. 7 pasti su 12 poi i bimbi nel frattempo erano cresciuti ed erano pronti per togliere un pasto così riuscivo a produrre c.a. 8 poppate con un quantitativo di latte più elevato ... e poi tutti i pasti col mio latte (eravamo a fine settembre). Riuscii per 2 mesi ad allattarli esclusivamente col mio latte (per me era un traguardo straordinario).

A seguito di una influenza con conseguenze a livello gastrico e la loro richiesta di aumento di latte non riuscivo più a produrre tutti i pasti col mio latte (ne producevo 8 pasti e non + 10).

L’energie necessarie erano tante, sono stata fortunata ad avere l’assistenza durante i pasti da parte di mia madre o mia suocera (1 pasto a testa al giorno col biberon). Mio marito è stato bravissimo, eravamo sempre in prima linea quando si trattava di accudirli. Mangiando contemporaneamente riuscivo a tenerli pari come tempi sia di poppata, sia di sonno, sia di gioco ecc… e io potevo un po’ occuparmi della casa anche se i primi mesi mi facevo aiutare nelle faccende domestiche.

Fortunatamente i bimbi erano tranquilli, senza gravi problemi di coliche, dormivano abbastanza di notte non tanto di giorno ma si rimediava bene. Io ero molto serena. Ero a loro completa disposizione: è questo il ruolo della madre nei primi mesi.

Pregavo per avere la forza di sostenere il ritmo particolarmente impegnativo.

Avevo una carica addosso che se capitava qualche brutta notte o qualche giorno pesante riuscivo, pur riposando poco, a essere sempre pronta.

Imparai che per ogni cambiamento o nuova fase che iniziava era fondamentale osservarli e guardarli con attenzione. Ti facevano e fanno capire quando sono pronti per il cambiamento.

A gennaio cominciai con lo svezzamento: molto gradualmente cominciai a introdurre la prima pappa: Andrea non ne voleva sapere e così a lui davo il latte mentre a Francesco piacque subito molto. Dopo una ventina di gg entrambi mi mangiavano la pappa. Poi introducemmo la pappa alla sera dopo circa un mese che entrambi avevano accettato quella del mezzogiorno e di conseguenza toglievo i relativi pasti di latte. Poi arrivò il momento dello yogurt a merenda … e rimase solo il latte a colazione. Ben presto abbandonammo anche quello in quanto ho smesso di toglierlo a fine marzo 2004 e con l’inserimento del latte vaccino davo a un bimbo il biberon di latte vaccino e l’altro lo attaccavo a me. In maggio cominciavano entrambi a volere il latte vaccino e così abbandonai il discorso dell’allattamento.

In concomitanza a questi cambiamenti alimentari c’erano anche i progressi fisici nei movimenti: il trascinarsi per terra spingendosi con le manine e le braccia (ognuno con uno stile personale) poi il gattonamento vero e proprio , il drizzarsi in posizione eretta e poi finalmente … i primi passi: avevamo un anno e una settimana e entrambi camminavano. Tutti traguardi raggiunti contestualmente. Erano arrivati anche i progressi nel linguaggio: le prime sillabe, suoni. Il 10 Agosto Andrea mi chiamò “mamma” per la prima volta; Franceso il 13 Agosto mi chiamò “mamma” per la prima volta. Da quel momento in poi cominciammo con il linguaggio dai versi-suoni alle prime paroline …

All’età di diciassette mesi cominciarono ad andare dalle nonne al mattino mentre io ero al lavoro. Non ho avuto particolari problemi di distacco in quanto erano tranquilli mentre li lasciavo. Al pomeriggio erano e sono a casa con me.

Mentre diventavano sempre più chiacchieroni e cominciarono i primi confronti sui giochi, oggetti da contendere arrivammo a primavera (maggio 2005) e qui accadde una cosa che mi sorprese.

Non sapevo bene come affrontare il discorso dello spannolinamento, ma l’input come al solito arrivò dai miei cuccioli: mentre entravamo in doccia una sera scappò ad Andrea la pipì e così pure a Francesco. Cominciai a spiegare cos’era, che era una cosa positiva, che non c’era da spaventarsi, che erano bravi e che non c’era bisogno di piangere. La cosa si ripeteva puntualmente le sere successive.Mi venne voglia al pomeriggio mentre erano a casa con me ed eravamo fuori a giocare di togliere il pannolino. Non sapevo che cosa mi aspettasse.

Ovviamente le prime volte la pipì scendeva come una cascata nelle mutandine e nei pantaloncini.

Ma in questo modo capivano cosa stava succedendo e dopo che l’avevano fatta mi dicevano “mamma pipì”. Ho provato anche a lasciarli seduti sul water con idoneo riduttore o sul vasino per vedere se qualche cosa arrivava ma niente. Li lasciavo soli per qualche secondo in bagno mentre portavo i panni in lavanderia è col tempo capii che questa cosa non era positiva.

Capii, inoltre, che era troppo presto e rimandai la faccenda per un po’ di tempo. Mi limitavo alla pipì appena alzati e prima di andare a letto se c’era.

Arrivammo ai due anni (24 Luglio 2005) e con tanta pazienza decisi di riprovare. Nel frattempo avevo raccolto da altre mamme la loro esperienza e mi sono comprata un libro dove c’erano consigli.

Capii alcuni errori che avevo commesso, ma il più grosso era quello di non essere convinta in quello che stavo facendo. Forse non sapevo bene come fare se era giusto o sbagliato… avevo tanti dubbi.

Una volta superata questa indecisione e convinta di quello che volevo ottenere, partii.

Lo vidi come una sfida, un’avventura da intraprendere e questo è lo spirito giusto per affrontare le cose: bisogna crederci fino in fondo e metterci tutto sé stessi.

Cominciarono così a fare qualche volta pipì nel vasino (forse beccavo il momento giusto) ma appena uscivamo fuori per giocare ed eravamo in compagnia anche di altri bimbi (e qs. avveniva quotidianamente), non c’era modo di togliere un minuto dal gioco per sedersi un attimo sul vasino per fare pipì. I giochi lasciati non era facile ritrovarli ancora disponibili. Anzi se gli chiedevo se c’era pipì ovviamente era no e si infastidivano! In un giorno esaurivo i cambi di mutandine settimanali; ero sempre a cambiare loro, a lavare i panni, a stendere…

L’attenzione che dedicavano alle mie spiegazioni, era sempre condiviso con altre distrazioni in quanto mentre un bimbo ascoltava cosa gli stavo dicendo, con lo sguardo cercava il fratello per vedere cosa stava facendo e se magari lo vedeva che si avvicinava a qualcosa che era “suo” era la fine, io non esistevo più si catapultava sul gioco per evitare che gli venisse sottratto.

Anche instaurare un dialogo con queste circostanze non è facile. Avere le attenzioni di entrambi contemporaneamente all’età di 2 anni è veramente difficile e dura poco tempo, poi eravamo all’aperto e ogni cosa era motivo di scoperta, di curiosità e ascoltare la mamma che ti annoiava con “la pipì” non era il massimo delle loro aspirazioni.

Ero quasi al limite, sentivo che stavo andando fuori di testa. Mi calmai, e ritornai in me e decisi di continuare.

I miei 15 gg di ferie estive (dopo Ferragosto) furono dedicati a questa attività. Dalla mattina alla sera senza pannolino dentro in casa e fuori casa; con tranquillità feci sparire il tappeto e qualsiasi altra cosa che potesse danneggiarsi dalle “fuoriuscite”.

Andavamo in bagno tutti contemporaneamente. Spesso capitava che a entrambi scappava contemporaneamente o mentre la faceva uno l’altro venuto in compagnia senza apparentemente averne bisogno gli scappasse addosso o entrambi volevano andare sul vasino o sul water e nei momenti di discussione scappava… I primi tempi poi non la facevano tutta ne rimaneva sempre un pochino e dopo di un po’ c’era da ritornare … Mi inventai il discorso della pausa: lasciavo passare un po’ di tempo poi gli dicevo che dopo di un pò era il momento di fare la Pausa pipì. La presero quasi come un gioco! E qualche miglioramento lentamente cominciava ad arrivare: impararono ad abbandonare i giochi per qualche minuto e andare in bagno singolarmente per fare la pipì anche se il dubbio che fossero presi da qualcun altro c’era sempre.

Capitava che scappasse appena usciti dal bagno senza averla fatta nel bagno appunto: dopo le prime volte capii che stava diventando un’abitudine e mi sentivo quasi presa in giro. Non ho fatto tanto: ho munito i miei bimbi di straccio e dopo che io avevo pulito loro dovevano finire di asciugare.

E’ stato sufficiente un paio di volte poi cominciarono un pò a capire di fermarsi per la pausa pipì.

La popò per loro non fu un problema: capitava quasi sempre dopo cena o dopo colazione e non hanno avuto difficoltà a imparare col vasino e nel giro di poco finalmente sul water.

La pipì invece era troppo frequente da fare nell’arco della giornata.

Chiesi al signore di aiutarmi a capire se stavo facendo la cosa giusta o se pretendevo troppo da loro.

Nel giro di qualche gg ci fu la svolta: si avvicinava per me la data del rientro al lavoro ma loro erano diventati bravini. Certo qualche goccino a volte scappava nelle mutandine (anzi scappa ancora adesso).

Ripresi a lavorare e li lasciai alle nonne al mattino muniti di parecchi cambi di scorta.

Ci fu qualche piccolo incidente, ma tutto nella norma penso. Misi il pannolino solo per dormire.

Nel frattempo ognuno di loro aveva sviluppato un buon linguaggio, i propri gusti alimentari (non sono dei mangioni anzi sono piuttosto abitudinari), il proprio temperamento e le prime scelte e discussioni sui giochi e anche qualche bisticcio. Il confronto è formativo anche se al genitore non fa sempre piacere in quanto a volte può sfociare in atteggiamenti un po’ “aggressivi”.

 

Sono stati tre anni intensi, dirlo adesso sono volati. Adesso (settembre 2006) abbiamo cominciato la scuola materna. Speriamo che le cose continuino per il meglio.

Ogni età ha esigenze diverse: se i primi mesi è molto più a livello fisico che mentale, con il passare del tempo le cose si invertono ma comunque nello stesso modo altrettanto importanti e impegnative.

Volevo tranquillizzare le mamme e i papà in attesa di bimbi gemelli: penso che la notizia di essere in attesa di gemelli sia veramente sconvolgente. Ma la natura non sbaglia: se vi vengono dati due figli contemporaneamente è perché ci sono le migliori prospettive per affrontare la vicenda.

Le energie necessarie sono immense e spettano ai genitori in particolare alla madre: è lei il cardine intorno al quale gira tutto. Ma vedere due bimbi crescere contemporaneamente, condividere ogni emozione, gioia, preoccupazione, dolore e qualsiasi altra cosa è spettacolare, ti carica sempre di più.

Loro non si sentono mai soli, hanno sempre il compagno di giochi, un fratello con cui condividere tutto.

Tatiana