Barbara: un fratellino molto atteso

Da molto tempo ormai Gianluca, il nostro primo bimbo chiedeva di avere un fratellino e, quando il suo desiderio (e il nostro) è stato esaudito abbiamo provato delle emozioni davvero molto forti.

 

 Quando lo abbiamo reso partecipe, Gianluca ha avuto una reazione straordinaria: dapprima ci sono state esultanza e grida di gioia, poi ha avuto paura di toccarmi la pancia per non fare male a suo fratello, ma, dopo qualche minuto, ha iniziato ad accarezzarmi; la cosa più dolce è stata quando si avvicinato alla pancia e ha guardato dentro il mio ombelico per “vederlo”. È rimasto molto sorpreso e ci ha informato di avere visto le manine del nostro cucciolo (è stato così che abbiamo chiamato Federico fino al giorno della sua nascita, il 26 agosto 2005). Dopo l’arrivo di Gianluca è stata sicuramente l’esperienza più intensa della mia vita. Ma vi racconto com’è andata.

 

 Le giornate ormai trascorrevano lente ma allegre e piacevoli: mi dedicavo esclusivamente al mio bimbo di 4 anni e a mio marito, anche se ormai ero molto stanca, un po’ perché sono aumentata molti chili (al 15° Kg, a dieci giorni dal parto, non mi sono più pesata), un po’ per il caldo, ma anche perché non sapevo bene cosa si provasse ad arrivare alla fine della gravidanza dato che Gianluca era nato alla trentaduesima settimana.

 

 Quella mattina Gianluca e io ci siamo concessi una breve colazione al bar con la nostra cara amica Sabrina e il suo piccolo Davide, la quale continuava ad osservare la mia pancia e i miei occhi,dopo facendo pronostici a brevissimo termine e lei in questo raramente sbaglia (il termine effettivo era il 2 settembre). Dopo avere sbrigato le faccende quotidiane, una visita in chiesa, aver pranzato col “papi” e riposato un po’, siamo andati a trovare i miei genitori: da loro iniziava la fiera paesana e ci volevo portare Gianluca prima di partorire.

 

 Ci siamo incamminati e io cominciavo ad avere qualche doloretto al basso ventre al quale non ho dato peso (durante la gravidanza ne avevo avuti spesso): ero un po’ arrabbiata perché ogni volta che andavo da mia madre non stavo bene e non riuscivo a godere appieno della sua compagnia. Ci siamo fermati poco e questi dolori si facevano piuttosto insistenti. Al ritorno mia madre e io abbiamo sentito l’esigenza di entrare in chiesa e recitare qualche preghiera assieme a Gianluca e ad Andrea, il mio nipotino. Senza che nessuno dicesse nulla sentivo che le preghiere di tutti e quattro erano dedicate a me e mi sono sentita molto vicina alla Madonna, vivendo un momento di grande intimita’ con Lei e mia madre.

 

 Quando mio padre mi ha riaccompagnato a casa (non essendo in grado di guidare), mio marito si è un po’ preoccupato e abbiamo deciso che mi sarei riposata un po’ e se i dolori non fossero passati saremmo andati a fare un controllo, ancora certa che si trattasse di un falso allarme. Sono rimasta sul divano 3 minuti, poi decisa e sicura ho detto “ANDIAMO!”: in quel momento ho realizzato che in quella magnifica sera di fine estate sarei diventata di nuovo mamma… Stava per compiersi un nuovo miracolo. 

 

 Dopo avere sistemato il piccolo Gianluca dai nonni paterni siamo partiti per l’ospedale. Le contrazioni erano piuttosto frequenti anche se non riuscivo a rilevare con precisione il tempo. Ero serena e tranquilla, portavo al polso un piccolo rosario che mi ha accompagnato negli ultimi mesi, ricevuto da Sabrina, e mi sentivo davvero protetta dalla Madonna. Per di più sapere che la mia cara amica pregava per me, mi dava una certa sicurezza. Anche l’ostetrica lo ha notato, forse per il modo con cui lo stringevo. 

 

Siamo arrivati all’ospedale alle venti circa. Dopo avere sbrigato le interminabili pratiche per il ricovero sono stata visitata: ero dilatata di un paio di centimetri. Il medico ha detto a mio marito che poteva tornarsene a casa perché avrei partorito a notte inoltrata; ovviamente lui non se ne è andato ed entrambi abbiamo guardato molto male quello strano dottore. Successivamente ci hanno fatto accomodare nella saletta dove ho potuto fare un tracciato che avrebbe dovuto durare almeno mezz’ora. Quelli sono stati i momenti più difficili: le contrazioni iniziavano ad essere molto frequenti e dolorose e non sopportavo di dover stare seduta su quella scomoda poltrona (in realtà era comodissima). In quegli attimi abbiamo invocato la Madonna, continuavo a ripetermi che se il Signore ci aveva donato un altro figlio, sicuramente mi avrebbe dato la forza di partorirlo. Dopo dieci minuti ho tassativamente chiesto a mio marito, che fino a quel momento mi aveva incoraggiato ad avere pazienza e ad aspettare, di andare a chiamare quella benedetta ostetrica, perché non potevo più aspettare e in tutto il mio corpo ormai c’era un terremoto. Finalmente sono stata rivisitata e in tre secondi sono stata spogliata, ficcata su una sedia a rotelle e trasportata di corsa in sala parto. Non sapevo se stavo vivendo in un film comico (tipo l’ospedale più pazzo del mondo) o drammatico (perché, accidenti, correvano tanto!).

 

Giunti in sala parto, con mio marito sempre al seguito, l’ostetrica mi dice di stare tranquilla, perché non si sono ancora rotte le acque e mentre lo dice paffff, un lago tra le gambe; subito ho pensato “allora adesso non devo più stare tranquilla?” Ho appena fatto in tempo a sdraiarmi sul lettino e a stringere forte le mani di mio marito che stavo già spingendo. Alla prima spinta ho sentito la testa arrivare e alla seconda mentre mi dicevo: Sììì!!! Adesso ce la posso fare!!! Maria e’ con me…e’ nato il mio bambino, il mio meraviglioso bambino, e mentre sentivo la forza piena di una nuova vita, ancora un po’ confusa per come avevo partorito velocemente, lo hanno adagiato sopra di me e lui ha girato la sua testolina ancora umida, ha aperto la sua minuscola bocca e ha iniziato a succhiare al mio seno con una tale dolcezza che pareva quasi una carezza. 

 

Ho guardato mio marito e i nostri occhi si sono riempiti di lacrime. Il medico (quello strano), che in quel momento mi sembrava la persona più straordinaria del mondo, ci ha chiesto come desideravamo chiamare il nostro bambino e all’unisono abbiamo risposto “FEDERICO!”. In quel momento ho avvertito una sensazione meravigliosa: sentivo che il Signore avvolgeva Federico, mio marito e me in un caldo abbraccio traboccante di amore, luce e serenità, quasi a volerci isolare dal resto del mondo. Il miracolo si era compiuto… Il miracolo di una nuova vita! Quell’enorme pancione così goffo, che quasi mi impediva i movimenti, si era trasformato in un piccolo esserino che si agitava tutto sul mio corpo ancora in fermento: la mia pancia e il mio amore erano sbocciati… CHE MERAVIGLIA!!!

 

Poco dopo sono stata riaccompagnata in camera e al telefono abbiamo dato la notizia a Gianluca, che, felicissimo, non smetteva di urlare: “E’ nato!! E’ nato!! E’ nato il mio fratellino”. Quando abbiamo telefonato ai miei genitori, che erano con i loro amici a quella famosa fiera, tutti sono scoppiati in lacrime e poco dopo ci hanno raggiunti per conoscere il loro piccolo nipote. Il mattino dopo è arrivato il mio “Gian” con il suo papà per conoscere Federico, con un regalino per lui. “Per fortuna” anche “Fede”, quando è sbucato dal mio pancione, si è portato un piccolo dono per suo fratello, quel fratellone che lo accarezzava sempre, quello che lo baciava, che gli parlava e che lo ha aspettato tanto…

 

Il giorno dopo la dimissione tutti e quatto siamo tornati a quella fiera, che per noi oggi ha assunto un significato diverso, per permettere a Gianluca di andare sulle giostre; io ero un po’ stanca, ma credo di avere raggiunto in quei giorni la vera felicità!

 

Fra alcuni giorni Federico compie un anno: è stato un anno molto pieno, per molti aspetti meraviglioso e per certi altri impegnativo; ho attraversato dei momenti difficili e dei momenti di gioia pura, ma con il secondo figlio posso affermare di sentirmi una donna molto più completa e appagata e soprattutto di avere imparato il vero significato della fedeltà. Attraverso la mia famiglia ho imparato ad essere sempre fedele a me stessa, ai principi in cui credo; nei momenti di felicità so che il Signore mi sorride e nei momenti di sconforto mi sostiene, è sempre con me, ne ho avuto conferma molte volte… Davvero Grazie di cuore a Nostro Signore per avermi concesso tanto!