Sabrina: 3 anni di allattamento

Cara Adelina, sono veramente contenta di raccontare questa mia storia di allattamento di Matteo, 3 anni, in quanto spero che quello che dirò possa servire ad altre madri per vivere questa esperienza meravigliosa.

Devo dire che in gravidanza mi ero già preparata abbastanza per poter allattare Matteo, almeno credevo!… Quando ho partorito il bimbo si è attaccato subito al seno restando lì per 40 minuti o più! Tutto procedeva bene, perché Matteo pittava e dormiva, fino a quando, verso il 3° giorno l’ostetrica ha cominciato a chiedermi di pesare il bimbo prima e dopo la poppata. Così è cominciata la mia depressione perché Matteo prendeva 10 gr. a pasto e il personale continuava a dire che se non aumentava il mio latte avrebbero prescritto l’aggiunta di latte artificiale alla dimissione. Per me questa fu una cosa terribile perché minacciò la mia fiducia da subito. Poi la sera stessa del 3# giorno Matteo aveva preso 30 gr. Di latte! E per questo ero felicissima.: Al rientro a casa, finalmente lontano dai medici e ostetriche, potevo allattare Matteo come mi suggeriva il mio istinto, e devo dire che sono stata molto aiutata anche da mio marito, che, mentre io riposavo,lui addormentava Matteo, o faceva lavoretti in casa.Nonostante avessi il suo appoggio pieno, la mia fiducia continuava ad essere minacciata dai continui consigli che ricevevo dalle persone che venivano a trovarmi. “ Fa molto caldo, non dai nemmeno un po’ d’acqua col biberon?…Ogni quante ore gli dai da mangiare?… Ma non lo pesi prima e dopo mangiato, per vedere se hai abbastanza latte?…” E così via…. Nonostante Matteo crescesse bene, mangiava, dormiva e bagnava i pannolini abbondantemente, io ero ancora insicura. Per riconquistarla, ci volle una mastite al seno destro, che mi spinse ad accettare l’invito della mia vicina di casa, che aveva un bimbo di sei mesi, a recarmi all’incontro mensile di AMAS Laetitia. Così conobbi Adelina, alla quale raccontai tutti i suggerimenti che gli altri mi davano mettendomi in crisi, e lei mi disse che come invece facevo io era l’ideale. Tornai a casa piena di me, per aver scoperto che la cosa migliore che ti può guidare è il tuo istinto di mamma, che a parer mio non ti fa mai sbagliare.

I mesi passavano veloci, Matteo cresceva bene, solo col mio latte, fino a che un giorno in cui andai dalla pediatra per la solita visita di controllo, mi disse di stare a dieta perché il bimbo aveva dei brufolini(eczema). Così non avrei più potuto mangiare. Pomodoro, latte, latticini, compreso il parmigiano, uova,, e quindi anche biscotti…, arance, nocciole….. Praticamente potevo mangiare solo pasta bianca e carne.Anche qui, presa un po’ dallo sconforto, pensai che non potevo andare avanti per molto tempo. Così ripresi a mangiare normalmente di tutto e i brufolini scomparvero nel giro di un mese.

Arrivò anche il “famelico” 6° mese, alle prese con lo svezzamento. Ora che ci ripenso quel periodo fu davvero brutto perché fino a quel momento Matteo lo tenevo in braccio per dargli il latte, ed invece vederlo lì sul seggiolone che era più grande di lui mi intristiva un po’. Anche lui, forse coscio del mio disagio, fino ad un anno mangiava sì e no un cucchiaio di pappa…tanto dopo c’era il titone[1]!!! Infatti secondo me associava la mamma al latte e non alla pappa, per cui anche se lo prendevo in braccio lui si girava verso il seno…. Come per dire :” Non mi dai la poppata?” Andò avanti così per 13 mesi, e cresceva, nonostante tutto, benissimo. Ogni incontro col pediatra era sempre 1 aumento di pappa, che però Matteo non rispettava, perché aveva sempre la sua riserva da parte. Nel frattempo si avvicinava anche la mia ansia al pensiero di dover tornare al lavoro: quando lo ripresi Matteo aveva 13 mesi ed ero infinitamente preoccupata dal fatto che lui, così abituato a succhiare dal seno anche dieci volte in un giorno, non sapesse stare senza. Infatti c’è stato un periodo di transizione, quando ha cominciato il Nido: Matteo tittava appena mi vedeva e di notte, e non mangiava tanto all’asilo: nella sua scheda c’era sempre la parola “assaggiato”. Nel giro di poco tempo comunque è arrivato (verso 20 mesi) a mangiare tutto e anche da solo.

E’ così trascorso tutto il primo anno di asilo nido che Matteo mi portava la seggiola per allattarlo, e anche di notte succhiava quelle 2 o 3 volte. Arrivato ai due anni Matteo sapeva esprimersi molto bene e comprendeva tutto quello che gli veniva detto. Così, durante le vacanze in agosto ho pensato di provare a spiegare a Matteo che il titto di notte non si prendeva più. Subito rimaneva un po’ ammutolito, poi mi ripeteva: “ Però prima di andare a nanein me lo dai, vero?”

Ed io rispondevo affermativamente. Quando è venuta l’ora di staccarlo, subito lui ha fatto qualche storia, ma io decisa gli ripetevo che ormai era grande per prenderlo anche di notte: così per 3 sere, ed io salda nella mia decisione ho sempre detto no. Così dopo poco Matteo si è abituato e il suo sonno durava anche tutta la notte. Forse sembrerà che io sia stata un po’ dura, ma il suo momento di consolazione rimaneva ugualmente alla sera prima di dormire , alla mattina al risveglio ed anche un po’ durante il giorno prima di andare al lavoro.

Po piano piano, sempre parlandogli e facendogli capire che io e il babbo gli volevamo sempre molto bene, che lui era stato fortunato a prendere il latte dalla mamma per tanto tempo, gli tolsi il latte durante il giorno e alla mattina, mantenendo un solo appuntamento, quello serale prima del sonno.

Ora Matteo ha quasi tre anni e da circa un mese non lo allatto più. Lui è sereno e contento, lo può ugualmente “toccare” e non mi fa storie o altro per poter ciucciare. Questa per me è stata una grossa soddisfazione, anche perché in questi due anni che lo allattavo ancora tantissime persone mi criticavano dicendo che creavo in lui una dipendenza da me. Ed invece io sono convinta di aver ottenuto l’esatto contrario: ora Matteo che ha tre anni, sa che può avere fiducia in me e nei suoi genitori, per qualunque suo bisogno. Questa mia considerazione non è solo un aspetto educativo, ho imparato che questa consapevolezza che ho raggiunto è comunque frutto dell’allattamento al seno e dalle mille, miliardi di sensazioni che questa esperienza ti può portare.              

Sabrina



[1] Titone, tittì, titta, dida, tetta ……… vari nomignoli popolari con cui si chiama il seno parlando col bambino.